Home 2012 16 Luglio FRANCIA. SERI PROBLEMI DI BILANCIO NELLE UNIVERSITÀ
FRANCIA. SERI PROBLEMI DI BILANCIO NELLE UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail

Secondo la Corte dei conti francese molte università hanno gravi problemi di bilancio. Nel 2012 rischia di esserci un ammanco di 120 milioni di euro rispetto alle necessità, un deficit che riguarda circa un quarto delle 80 istituzioni universitarie attive oggi oltralpe. Tra i motivi degli ammanchi sembra innanzitutto esserci una sostanziale sottostima dei costi del personale, aumentati a causa di meccanismi automatici di adeguamento (45 milioni); il sistema sconta inoltre il congelamento di finanziamenti per circa 70 milioni, inseriti nell’ultima legge finanziaria della presidenza Sarkozy ma non ancora erogati, e dei quali non si sa al momento se saranno effettivamente trasferiti. Un discorso a parte vale per le Grandes écoles, che in Francia costituiscono un percorso prestigioso e per molti versi parallelo rispetto alle università, e di cui è un esempio la famosa Ena, la scuola per alti funzionari dove si forma l’élite della funzione pubblica e che ha diplomato tre degli ultimi cinque presidenti della Repubblica.
Dal 2007 anche in Francia gli atenei godono di autonomia nelle spese, ma il loro bilancio è coperto dallo stato per circa il 90%. Secondo le stime in questo momento nelle casse delle università ci sono fondi sufficienti a garantire appena un mese di funzionamento: ben al di sotto del normale livello di sicurezza finanziaria. E non è finita: il 2013 potrebbe rivelarsi ancora peggiore per le università se il presidente Hollande manterrà il rigore finanziario su cui si è impegnato con i partner europei. In una situazione generale di dissesto a rischiare sono soprattutto le grandi università scientifiche, alcune delle quali si son messe in luce in questi anni, posizionandosi bene nella classifica di Shangai: Paris-Diderot, Paris-Pierre-et-Marie-Curie, Paris-Sud e Strasburgo. Per le facoltà scientifiche lo scorso agosto era stato disposto, con un decreto firmato dall’allora ministro Laurent Wausquiez, che fossero erogate almeno 1.500 ore di corsi nell’arco dei tre anni, senza però finanziamenti supplementari. Le facoltà particolarmente impegnate in attività di ricerca hanno inoltre visto sistematicamente sottostimare i loro costi. Il risultato è che le università scientifiche sono tra le più esposte allo squilibrio finanziario, e a soffrirne sono innanzitutto la didattica e i nuovi investimenti. C’è poi il capitolo sicurezza: il budget per la messa e tenuta a norma degli edifici è, infatti, crollato a 20 milioni di euro, contro i 2-300 stanziati negli ultimi anni. I tagli e l’aumento dei costi rischiano insomma di minare il sistema universitario pubblico, fino ad oggi uno dei fiori all’occhiello dello stato francese. Adesso si spera nel nuovo piano finanziario a cui il nuovo governo socialista sta lavorando proprio in questi giorni: per momento nessuno parla ancora di un aumento delle tasse universitarie ma questa possibilità esiste.
(Fonte: D.M.D.A., IlBo 06-07-2012)