Home 2012 12 Giugno VALUTAZIONE DELLA RICERCA. VQR E PUBBLICITÀ DEI PUNTEGGI
VALUTAZIONE DELLA RICERCA. VQR E PUBBLICITÀ DEI PUNTEGGI PDF Stampa E-mail

Una sintesi delle regole della VQR (Valutazione Qualità Ricerca): ogni dipartimento deve sottoporre all’ANVUR tre diversi “prodotti della ricerca” (articoli scientifici, libri, manufatti etc.) per ciascun ricercatore e professore che ha in organico. Per gli enti di ricerca il numero pro capite è elevato a sei: ad esempio, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) dovrà sottoporre a valutazione 6600 differenti “prodotti” del settennio 2004-2010. A ogni “prodotto” l’ANVUR attribuirà poi un punteggio numerico che dovrà misurarne la “qualità” in base a vari criteri. Il processo pare semplice: basta che ogni ricercatore selezioni i suoi tre (o sei) “pezzi migliori” e li comunichi al suo ente o dipartimento, che li raccoglie e li invia all’ANVUR per il calcolo del totale … Tuttavia … la stragrande maggioranza dei progetti di ricerca viene realizzata e firmata da collaborazioni di due o più ricercatori, fino ad arrivare alle svariate centinaia degli esperimenti al CERN di Ginevra. I co-autori sceglieranno ovviamente tutti gli stessi “prodotti” (quelli con punteggio più alto), ma se sono inquadrati nello stesso ente non va bene perché gli articoli presentati devono essere tutti diversi!
Ma allora come si fa? L’ANVUR ha prescritto che l’attribuzione delle pubblicazioni sia decisa dalla struttura di appartenenza. Quindi enti e dipartimenti hanno assegnato d’ufficio ciascun “prodotto” ai suoi singoli ricercatori in base all’ovvio criterio di massimizzare il punteggio totale. Questo criterio ha però delle bizzarre ripercussioni sui casi individuali: infatti, paradossalmente premia i “fannulloni” e punisce i “produttivi”. Prendiamo il caso di due ricercatori che hanno firmato insieme il loro articolo migliore (da 10 punti). Il più “produttivo” dei due ha un secondo miglior articolo che vale 5 punti, mentre il “fannullone” ne ha uno da soli 2 punti.  A chi si assegna l’articolo da 10, e a chi la seconda scelta? E’ facile: se la struttura assegna l’articolo da 10 punti al “produttivo” e la seconda scelta al “fannullone” ci rimette, perché totalizza 10+2=12 punti. Quindi assegna l’articolo da 10 al “fannullone”: il totale schizza a un sonante 10+5=15 con buona pace del “produttivo”, che in classifica si ritrova dietro al “fannullone”! Ma proprio a questo punto, nelle menti di migliaia di ricercatori italiani è germinato un sospetto: “Va bene tutto, ma siamo proprio sicuri sicuri che a qualcuno non salti il ghiribizzo di usare questa schifezza per valutare me singolarmente?” Detto e fatto: Pietro Ichino il 4 maggio inoltra un esposto al Garante della privacy e alla CiVIT (Commissione indipendente della Valutazione della Trasparenza e Integrità) proprio per chiedere che i dati e i punteggi VQR riferiti ai singoli ricercatori siano resi pubblici per esigenze di trasparenza.  La presidentessa della CIVIT Romilda Rizzo accoglie positivamente l’esposto invitando atenei ed enti di ricerca a procedere alla pubblicazione. Ma il 30 maggio Stefano Fantoni, presidente dell’ANVUR, precisa: “II 26 maggio il Corriere ha dato spazio a una lettera dei professori Andrea e Pietro Ichino nella quale si chiede che l'ANVUR renda pubblici i risultati delle valutazioni ottenute dai singoli «prodotti» di ricerca nell'ambito della VQR 2004-2010, adducendo motivazioni di varia natura. Lo scopo esplicito della VQR, in base al decreto 17 del 15 luglio 2011, è di valutare la ricerca di università ed enti di ricerca vigilati dal MIUR, scendendo fino al livello dei dipartimenti universitari e simili organizzazioni interne degli enti di ricerca. Altri sono gli strumenti per la valutazione di singoli docenti e ricercatori: quella degli atenei prevista dalla Legge 240, le procedure di abilitazione scientifica, i concorsi locali per reclutamento, ecc. Essi tengono conto di tutta la produzione scientifica e di altri criteri importanti. E per essi, non a caso, è prevista la pubblicità degli atti. Infine, si rileva che nel Regno Unito, avvezzo da lustri a esercizi dì valutazione analoghi, il sistema di valutazione (RAE nel passato e REF nel prossimo futuro) rifiuti, nella maniera più assoluta, di rendere pubblici i risultati delle valutazioni individuali. Ciò detto, l'ANVUR prende atto delle posizioni recentemente espresse da altre istituzioni pubbliche e propone di avviare un dialogo, con i ministeri e le altre istituzioni competenti, per giungere al più presto a definire soluzioni condivise.”  Nel merito la posizione resa nota dal sindacato FLC CGIL è che “considerate le norme regolamentari e le disposizioni di legge connesse alla VQR, sembra che la scelta di rendere pubblici i risultati delle valutazioni dei singoli prodotti - che sarebbe inevitabilmente intesa come una valutazione tout court del singolo ricercatore - possa dar vita a un contenzioso, anche legale, tra i ricercatori, le strutture e il Ministero di cui faremmo volentieri a meno.
(Fonti: A. Ferretti, FQ 29-05-2012. Corsera 30-05-2012. D. Pantaleo, Flc Cgil 31-05-2012)