Home 2012 12 Giugno ALL’ORIGINE DELLA MANCATA ISTITUZIONE DI UN SISTEMA UNIVERSITARIO “DUALISTA”
ALL’ORIGINE DELLA MANCATA ISTITUZIONE DI UN SISTEMA UNIVERSITARIO “DUALISTA” PDF Stampa E-mail

Selezionare un numero più o meno ristretto di università “di serie A” dove sarebbe incentivata, e ben finanziata, la ricerca scientifica (“research universities”) lasciando che le altre università si dedichino prevalentemente all’insegnamento (“teaching universities”) è da tempo l’ipotesi di un sistema universitario “dualista” che ha molti oppositori.  La scelta “dualista” è stata adottata, a suo tempo da molti paesi con i quali ci confrontiamo: in particolare, in forme diverse, dalla Gran Bretagna e dalla Francia, ma anche da molti stati americani ed in particolare dalla California che possiede un solido ed esteso sistema universitario statale. Anche in Italia, negli anni sessanta, alla vigilia dell’espansione del sistema universitario, questa scelta trovò posto nel disegno di legge di riforma del sistema universitario presentato dal Governo, ma destinato a naufragare sugli scogli della contestazione studentesca del 1968 (il disegno di legge prese il nome del suo proponente, il Ministro Luigi Gui, o, talvolta dal numero, 2314, che gli fu assegnato alla Camera). Ricordiamo che il DDL 2314 conteneva le proposte di riforma suggerite da una Commissione di indagine sullo stato della pubblica istruzione in Italia istituita per legge nel 1962. Questa commissione nota come “Commissione Ermini” dal nome del suo presidente il senatore Giuseppe Ermini, riferì al Parlamento nel 1963 alla vigilia dello scioglimento delle Camere. La Commissione proponeva (nel 1963!) un sistema del tipo 3+2 o, più precisamente 2+2+3, con tre diversi titoli accademici: il diploma universitario, la laurea e il dottorato di ricerca. Proponeva anche che accanto alle vere e proprie università fossero previsti i cosiddetti “istituti aggregati” che avrebbero rilasciato i diplomi universitari ma non le lauree e tanto meno il dottorato. Si proponeva quindi un sistema analogo a quello della California dove le varie sedi della University of California rilasciano il “Bachelor’s degree” il “Master’s degree” ed il Ph.D. mentre le “State Universities” possono rilasciare solo il “Bachelor’s degree” e solo in qualche caso il “Master’s degree”.
La proposta di istituire gli “Istituti aggregati” fu la prima a cadere tra le proposte del Disegno di Legge Gui. Le motivazioni per il rigetto di queste proposte furono certamente ideologiche, ma valsero anche gli interessi corporativi del personale docente che non occupava posizioni “apicali”.  Infatti, se la proposta fosse stata accolta allora, la prevista espansione del sistema di istruzione terziaria sarebbe avvenuta, in gran parte, attraverso gli “Istituti aggregati”, e solo in queste istituzioni avrebbero potuto far carriera molti degli assistenti e professori incaricati di allora, i quali invece riuscirono a far carriera in un sistema indifferenziato, dove ogni università si può autodefinire “di serie A”.  Assieme alla diversificazione tra le sedi universitarie, fu rigettata, anche l’ipotesi di differenziare i titoli accademici. Questa ipotesi fu, infatti, bollata come un tentativo di consolidare un ordinamento gerarchico della società ed impedire il ricambio sociale. Si dovette attendere il 1980 per l’istituzione del dottorato di ricerca, il 1992 per l’istituzione del diploma universitario, ed infine il 1998, per arrivare con il 3+2 ad un assetto simile a quello prospettato dalla Commissione Ermini.
(Fonte: A. Figà Talamanca, roars 29-05-2012)