Home 2012 29 Maggio NUOVI PROVVEDIMENTI PER LA SCUOLA E L’UNIVERSITÀ NEL PROSSIMO “DDL MERITO”
NUOVI PROVVEDIMENTI PER LA SCUOLA E L’UNIVERSITÀ NEL PROSSIMO “DDL MERITO” PDF Stampa E-mail

Per l’inizio di giugno è atteso in Consiglio dei Ministri un DDL nel quale il ministro Profumo introdurrà un c.d. “pacchetto merito” per la scuola e l’università. Le anticipazioni della stampa e del web sulla bozza non definitiva dei provvedimenti che saranno proposti riguardano:

Studenti delle scuole superiori. Si vorrebbe introdurre una competizione tra studenti delle scuole superiori per la conquista, tramite prove in varie materie, del titolo di «studente dell'anno», da assegnare al più bravo. Lo studente dell'anno dovrà essere uno solo, il più bravo, e sarà scelto da ogni singola scuola tra quanti avranno ottenuto 100/100 e lode, «con criteri e modalità» che saranno definiti in un successivo decreto. Lo studente dell’anno potrà avere una riduzione del 30 per cento sulle tasse universitarie per il primo anno accademico, un «borsellino elettronico», su cui potrà essere accreditata una borsa di studio aggiuntiva e la carta «IoMerito» con sconti per musei, mostre e mezzi pubblici. Per gli studenti migliori ci sarà anche un altro premio: le master class, i corsi estivi gratuiti. Saranno riservati ai ragazzi che arriveranno ai primi tre posti nelle Olimpiadi scolastiche organizzate tutti gli anni per ogni materia, dalla matematica all'italiano. Sarà messo sul sito Internet del ministero il «portfolio dello studente», un curriculum nel quale inserire solo i titoli di merito, come quello di studente dell'anno o la partecipazione alle master class. Con il consenso dell'interessato, il curriculum potrà essere consultato dalle imprese che offrono stage e tirocini.

Studenti universitari. Si delinea il tentativo di modificare, almeno nelle procedure, l'accesso all'università con l'articolo su «Orientamento e ammissione agli studi universitari» che modifica la legge del 2 agosto 1999 e detta le «Norme in materie di accessi ai corsi universitari», introducendo, di fatto, delle prove d'accesso a tutti i corsi di laurea non solo a quelli già ora a numero chiuso. Il numero chiuso resterà solo per le facoltà che già oggi lo prevedono, ma a settembre tutti gli studenti dovranno rispondere a una serie di domande per vedere se sono tagliati oppure no per il corso che hanno scelto, restando liberi di iscriversi dove vogliono. L'obiettivo è ridurre il numero dei ragazzi, uno su cinque, che abbandona l'università dopo il primo anno. Si legge, infatti, nella bozza che «l'iscrizione ai corsi di laurea è disposta dagli atenei previo svolgimento di prove finalizzate all'accertamento della predisposizione per le discipline oggetto dei corsi medesimi». Le prove - prosegue - dovranno essere «relative a materie attinenti a dette discipline», definite «sulla base dei programmi della scuola secondaria superiore» e dovranno verificare anche le capacità di «ragionamento logico» e «comprensione di testi». Inoltre si dovrà ridurre di almeno il 10% l'importo delle rette chieste agli allievi che sono iscritti agli anni successivi a quello di immatricolazione e hanno svolto tutti gli esami con una media del 28. Prevedendo di contro un aumento del 10% per tutti quelli non in regola con i tempi. Si prevede infine la possibilità per gli studenti di iscriversi in contemporanea a due corsi universitari e ciò a prescindere che si tratti di lauree triennali, specialistiche, specializzazioni, dottorati e master di I o II livello. Compresa anche la possibilità, per gli iscritti all'ultimo anno di un corso di studio specialistico, che siano anche i più meritevoli, di frequentare (contestualmente e gratuitamente) il primo anno di dottorato.

Fuga dei cervelli. Nello stesso pacchetto ci dovrebbero essere anche le nuove norme per scoraggiare la cosiddetta fuga dei cervelli, il trasferimento all'estero dei nostri giovani più brillanti. Senza per questo tornare a un'autarchia degli studi e della ricerca che sarebbe controproducente. E, infatti, nello stesso disegno di legge si dovrebbero introdurre degli incentivi per favorire le esperienze all'estero di studio e di lavoro.

Ricercatori a TD Il DDL istituisce un regime transitorio valido fino a fine 2015 per le assunzioni a tempo determinato previste dalla riforma Gelmini (con contratti triennali rinnovabili per altri due anni). Infatti, con l’articolo 9 della bozza di DDL «Sperimentazione per la selezione di ricercatori», si riforma in pratica la non ancora del tutto attuata Riforma Gelmini (L. 240/10). La quale lasciava abbastanza indefinite le «procedure pubbliche di selezione» che i vari atenei dovevano adottare per reclutare i ricercatori a tempo determinato. Ora invece il DDL in itinere scandisce più chiaramente quali devono essere le «procedure di valutazione» da adottare per «valorizzare il merito». A selezionare i futuri ricercatori sarà una commissione nominata dal rettore e composta di quattro professori ordinari - due interni all'ateneo, due esterni sorteggiati - più un altro componente, anche questo sorteggiato ma da una lista di «studiosi o esperti» in servizio presso un ateneo di un paese Ocse. Sorteggio che le singole università dovranno eseguire con modalità telematica e in seduta pubblica. Alla commissione il compito di individuare tra gli aspiranti «il candidato maggiormente meritevole», in base ai titoli e alle pubblicazioni e dopo un colloquio con i commissari. Il nome del prescelto sarà sottoposto al vaglio del dipartimento che dovrà confermarlo entro 30 giorni. In caso contrario l'ateneo subirà uno stop di 12 mesi ai concorsi per ricoprire lo stesso posto. Secondo una delle fonti di stampa queste modifiche alle procedure di reclutamento riguarderanno anche le assunzioni dei professori.
(Fonti: Corsera 17-05, IlSole24Ore 19-05, L’Unità 19-05, Corsera 26-05-2012)