Home 2012 12 Maggio VALUTAZIONE. PROBLEMATICHE DI INDICIZZAZIONE CON GOOGLE SCHOLAR
VALUTAZIONE. PROBLEMATICHE DI INDICIZZAZIONE CON GOOGLE SCHOLAR PDF Stampa E-mail
Google Scholar non indicizza tutti gli articoli pubblicati e nemmeno tutte le riviste, e come esempio più che esemplificativo basti ricordare che le ben note riviste di Elsevier non sono apparse su tale motore di ricerca che nella metà del 2007 e ancora nel 2008 non erano stati inclusi gli ultimi anni degli articoli relativi alle celebri riviste dell’American Chemical Society. Tra l’altro, è impossibile conoscere lo stato di aggiornamento dell’Impact Factor, in quanto Google non rilascia la data in cui la singola rivista è stata scansionata dal suo crawler, con forte rischio d’iniquità e obsolescenze. Tali problematiche crescono in maniera esponenziale se si prende in conto che non tutti i testi sono liberamente scansionabili dal crawler di Google, sia per ragioni legali legate ai diritti d’autore, sia per ragioni puramente tecniche legate alle policy interne e alle tecnologie informatiche dei differenti database che accolgono le diverse pubblicazioni scientifiche. Tutto ciò basterebbe da solo a considerare l’utilizzo di Google Scholar in maniera molto cauta! Ma è d’obbligo far notare che Google Scholar, assegna un alto valore alle citazioni nel suo algoritmo di ranking, risultando quindi vittima del cosiddetto “effetto Matthew”, in base al quale i documenti più citati appaiono nelle prime posizioni, mentre quelli nuovi restano in coda… con la facile conseguenza che chi si trova al Top otterrà sempre più attenzione e citazioni, a discapito delle nuove pubblicazioni. Inoltre, come spiegato da J. Beel dell’Università di Berkley e B. Gipp dell’Università di Magdeburgo, i risultati di Google Scholar possano essere facilmente manipolati, persino con l’introduzione e l’indicizzazione di articoli senza senso creati da tool come SCIgen, un programma creato dai ricercatori del MIT per generare articoli senza senso che però includano un vocabolario scientifico, citazione, grafici, alla stregua di veri articoli scientifici. Tuttavia Google Scholar resta un fantastico strumento per la facile ricerca di articoli scientifici grazie al suo facile utilizzo e alla potenza del suo motore di ricerca, spesso molto più valido ed ergonomico dei database in cui si trovano originariamente gli articoli scientifici, ma non potendone controllare e gestire le succitate problematiche, resta uno strumento non propriamente adatto a essere utilizzato come riferimento “ufficiale” per l’indicizzazione delle riviste scientifiche.
(Fonte: M. Gambardella, roars 03-05-2012)