Home 2012 12 Maggio PROGRESSI E VANTAGGI DELL’ISTRUZIONE DIGITALE
PROGRESSI E VANTAGGI DELL’ISTRUZIONE DIGITALE PDF Stampa E-mail
«Tra cinque anni— dice il rettore di Harvard Alan Garber —scopriremo di essere approdati a soluzioni diverse da quelle che immaginiamo ora». Il suo collega Lawrence Bacow, autore di un rapporto sull'istruzione digitale che ha attirato l'attenzione di Barack Obama, è certo che «l'insegnamento online diventerà permanente, e non farà che migliorare». Un salto di qualità è già evidente nell'eccellenza delle istituzioni coinvolte. Sembrano lontani i tempi in cui le facoltà su Internet erano nomi di serie B. Quello era il modello della University of Phoenix: una scorciatoia per ottenere un pezzo di carta agli studenti che non avevano superato le prove selettive per le facoltà migliori. Ora stiamo entrando in una dimensione diversa. «C'è uno tsunami in arrivo». Sono le parole del presidente di Stanford, John Hennessy. Una grande firma del giornalismo americano come Ken Auletta, specialista di tecnologia e informazione, dedica un lungo reportage sul New Yorker, a quel che bolle in pentola qui tra i "rivali" della West Coast. L'interesse di Obama si spiega: le nuove iniziative offrono un trampolino Bilancio per estendere al mercato globale la supremazia dell'accademia americana. Cina e India sono tra gli obiettivi. Non deve trarre in inganno il fatto che queste attività nascano come non profit, e offrano corsi gratuiti. L'importante è costruire "piattaforme" tecnologiche, sperimentare i metodi didattici più validi: il business nascerà quando centinaia di università cinesi e indiane, brasiliane e russe, o perfino nella vecchia Europa, dovranno venire qua a bussare alla porta di Stanford, Berkeley, Harvard e Mit, per l'accesso a innovazioni indispensabili. David Brooks sul New York Times enumera le prevedibili obiezioni e resistenze. Eccole. «L'università online impoverisce quel rapporto umano e quell'esperienza comunitaria che è alla base dell'apprendimento? Sarà il trionfo delle materie tecniche ed economiche, e il tramonto definitivo degli studi umanistici? Avremo generazioni di studenti incapaci di immergersi in letture profonde, allenati solo a scorrere rapidamente Internet? Emergeranno pochi professori-star, celebrità che venderanno i loro corsi a milioni di studenti emarginando il resto del corpo docente? Quanto si perde nell'interazione tra prof e studente se non c'è lo scambio di sguardi, il tono della voce, la gestualità in un'aula fisica?». Sono obiezioni cui i progetti edX e Coursera dovranno dare una soluzione. Le risposte iniziali sono incoraggianti, se si guarda a esperimenti già avviati come il corso di robotica che Sebastian Thrun (Stanford) insegna online a centinaia di migliaia di studenti. Primo vantaggio: Internet consente di elevare a un "multiplo" la popolazione studentesca che avrà accesso ai migliori prof del mondo. Secondo: le tecnologie digitali contrariamente alle apparenze possono essere più "umane" perché lo studente si modula tempi e dosi di apprendimento secondo le sue capacità, non è costretto a subire i ritmi decisi da altri, può "tornare indietro" e ricominciare daccapo finché non ha assimilato. Infine non è vero che questo segni la fine del rapporto tradizionale prof-studente: il corso online può essere la base di partenza, che consente ai docenti di concentrarsi sul " dopo", cioè il dibattito, il commento critico, i progetti di ricerca in squadra. Il Department of Education dell'Amministrazione Obama ha davanti a sé un rapporto, Mastery Learning, dai risultati significativi: se in una classe tradizionale il 50% degli studenti supera il livello di sufficienza al primo colpo, nell'equivalente online i promossi salgono all'84%.
(Fonte: F. Rampini, La Repubblica 07-05-2012)