Home 2012 12 Maggio NON SOLO L’INGLESE PER INTERNAZIONALIZZARE I CORSI
NON SOLO L’INGLESE PER INTERNAZIONALIZZARE I CORSI PDF Stampa E-mail

I corsi possono anche essere insegnati in Inglese ma è anche importante un contesto di "bilinguismo sociale" come avviene all'estero. Serve che gli studenti internazionali incontrino un’amministrazione bilingue, città bilingue e ambienti bilingue. Se tutto il resto intorno rimane monolingua può addirittura avere più senso per lo studente internazionale imparare l'italiano, che tanto gli servirà comunque. Infine, serve un’organizzazione dell’accoglienza e della residenzialità, servono strutture e luoghi dove gli studenti internazionali e i ricercatori possano alloggiare (spesso con le loro famiglie), servono servizi adeguati e norme che agevolino l'ingresso di forze intellettuali extracomunitarie con gran beneficio della convivenza civile.
L'obiettivo di internazionalizzare le nostre università (e un po' anche le nostre città) è un obiettivo strategico al cui raggiungimento dovrebbero concorrere tutti gli stakeholders. È difficile parlare di investimenti in tempi di derivate negative, ma se si riconosce che con la partita dell’internazionalizzazione se ne giocano contemporaneamente diverse altre (innovazione, sprovincializzazione, apertura di nuovi mercati, networking ecc.), allora forse si può porre questa partita al top puntando risorse convergenti pubbliche e private su strumentazioni e infrastrutture di ricerca e studio, sulla ricettività e sulla visibilità nel mondo delle nostre università. Altrimenti lo sforzo lodevole di rendere più internazionale la nostra offerta formativa offrendo corsi in Inglese rischia di essere vano.
(Fonte: D. Braga, IlSole24Ore 05-05-2012)