Home 2012 29 Marzo IL NUOVO DOTTORATO DI RICERCA
IL NUOVO DOTTORATO DI RICERCA PDF Stampa E-mail

Lo schema del nuovo decreto (versione 16-09-11) stabilisce che per attivare un corso di dottorato sono necessari 15 professori (ordinari e associati). Tali disposizioni combinate insieme con quelle sulla disponibilità di finanziamento da parte degli atenei determineranno una stretta fortissima sul numero di corsi di dottorato che potranno essere attivati dagli atenei italiani. Considerando che attualmente sono in servizio circa 32000 fra professori associati e ordinari, nel caso puramente ideale in cui si potesse ottimizzare la distribuzione dei docenti in gruppi di 15 per massimizzare il numero di corsi, si avrebbero circa 2100 corsi attivabili. Inoltre, poiché nel corso dei prossimi anni si stima una riduzione del numero di associati e ordinari, il numero di corsi idealmente attivabili diminuirà ulteriormente.
In realtà i corsi saranno molti meno. La distribuzione non “ideale” dei docenti fra le discipline, l’inattività scientifica di una parte dei docenti, il vincolo della disponibilità di almeno 6 borse per corso, più gli altri vincoli legati all’accreditamento porteranno, già quest’anno, all’istituzione di poco meno di 1000 corsi. In un anno si passerebbe dunque dagli attuali 1886 (se poi si considera la suddivisione in curricula di alcuni corsi, il numero odierno sale a circa 3000, dati 2009/2010 CNSVU) a poco meno di 1000 corsi di dottorato che potrebbero poi diminuire ulteriormente nel tempo. Si prospetta in breve una contrazione del 50% dell’offerta di corsi dottorali, che oltretutto non sarà uniforme fra le aree scientifiche e fra gli atenei: in certe realtà e in certe discipline non sarà possibile attivare corsi, in altre si avrà una concentrazione maggiore. Le nuove norme sul dottorato porteranno dunque a una contrazione dell’offerta formativa e a una concentrazione nelle aree scientifiche e negli atenei più attrezzati rispetto ai criteri ministeriali.
Anche attraverso il nuovo dottorato si rafforzerebbe quindi una tendenza già in atto, attraverso la quale si vuole ridisegnare il sistema universitario spaccandolo in teaching and research universities. Al riguardo basti pensare che già oggi il 70% dei corsi di dottorato è localizzato in atenei del centro-nord i quali, a loro volta, attraggono il 73% del numero di studenti iscritti. Per quanto riguarda le discipline, il 63% dei corsi è offerto dalle scienze di base, scienze della vita e ingegneria. Il restante 37% dalle scienze umane e scienze economico-giuridico-sociali.
Alcune considerazioni possono indurre a ritenere che a fronte della contrazione dell’offerta di corsi di dottorato e alla loro ridistribuzione territoriale, si avrà anche un minore numero di iscritti.
In tal senso interessante e dirimente può essere la lettura dei dati forniti dal CNVSU nell’XI rapporto. Come mostrato nei grafici riportati in figura 1, al trend di diminuzione del numero dei corsi che, con alcune oscillazioni, si è registrato negli ultimi sette anni monitorati, si è accompagnata anche una diminuzione del numero di studenti che decidono di iscriversi al dottorato.

Figura 1. Andamento del numero di corsi di dottorato e del numero di nuovi iscritti
al primo anno nel settennio 2003/2004-2009/2010. (Fonte: XI rapporto CNSVU).

La nuova normativa è centrata su un programma di riduzione del numero dei corsi e di conseguenza dei dottori di ricerca. A ciò si potrebbe accompagnare anche una riduzione dell’investimento in borse di studio. Si tratta di una politica di contenimento dei costi incomprensibile per un settore della spesa pubblica quantitativamente marginale (il finanziamento del MIUR per le borse di dottorato è di circa 135 milioni di euro l’anno), ma strategico per la formazione della classe dirigente del paese. Per centrare gli obiettivi europei, ribaditi in più occasioni dai ministri dell’istruzione, andrebbe semmai sviluppata una politica di allargamento del numero di laureati e dei dottori di ricerca e d’incremento del finanziamento delle borse di studio.
(Fonte: G. Caputo, menodizero.eu 15-03-2012)