Home 2012 18 Marzo UNA SINTESI DELL’EVOLUZIONE DELL’ISTRUZIONE SECONDARIA E SUPERIORE
UNA SINTESI DELL’EVOLUZIONE DELL’ISTRUZIONE SECONDARIA E SUPERIORE PDF Stampa E-mail

Non vi è stata forse una grande riforma scolastica, comparabile a quella di Giovanni Gentile, ma negli ultimi cinquant'anni le correzioni sono state numerose. È stata ampliata la gamma dei licei offerti agli studenti. I programmi scolastici sono stati adattati ai tempi. Le prove d'esame hanno subito diversi adattamenti. Ciò che è veramente cambiato, rispetto alla riforma Gentile, non è l'architettura dell'insegnamento secondario, ma il suo spirito e i suoi obiettivi. Nelle intenzioni del filosofo idealista il liceo era il collo dell'imbuto che avrebbe selezionato i giovani di una nuova classe dirigente per avviarli agli studi universitari. La maturità classica li avrebbe indirizzati verso le scienze umane, la maturità scientifica verso le scienze esatte e applicate. Sulla soglia dell'università non vi sarebbero stati esami d'ingresso perché la licenza liceale rappresentava già, di per sé, una selezione. Per i ceti sociali meno favoriti o meno ambiziosi vi sarebbero stati percorsi diversi, destinati alla formazione di operai, artigiani e professioni minori.
Con l'avvento dei partiti di massa, dopo la fine della seconda guerra mondiale, e soprattutto con la formazione dei primi governi di centrosinistra all'inizio degli anni Sessanta, gli obiettivi sono cambiati. Occorreva elevare il grado d'istruzione del maggior numero possibile di persone e occorreva farlo democraticamente, vale a dire evitando di abbandonare lungo la strada i giovani meno preparati e dotati. A mano a mano che i nuovi professori subentravano ai vecchi, questa politica dell'educazione ha finito per allargare considerevolmente l'imbuto della licenza liceale. Il fenomeno non è soltanto italiano. In molte altre democrazie occidentali, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, la scuola media superiore si conclude ormai con un diploma che è di fatto un certificato di frequenza. Ma in questi Paesi la selezione avviene nella fase successiva, quando lo studente decide di iscriversi all'università e deve superare un esame di ammissione. In Italia invece quasi tutte le università, sino a tempi recenti, hanno continuato a operare come se la selezione, grazie alla maturità, vi fosse già stata. Aggiungo che questo è accaduto mentre il miracolo economico creava un nuovo ceto medio, desideroso di consolidare con una laurea la sua recente promozione sociale. Le università si sono troppo rapidamente ingrossate e molte, quale più quale meno, hanno finito per adeguarsi ai criteri del livellamento democratico. Il valore legale del titolo di studio ha contribuito a peggiorare la situazione. Se ogni università rilascia alla fine degli studi lo stesso documento, molti giovani cedono alla tentazione di andare alla ricerca di quella più ospitale e generosa. Nei prossimi anni vi saranno certamente altre riforme, ma saranno buone, in ultima analisi, soltanto se eviteranno di eludere il problema della selezione.
(Fonte: S. Romano, Corsera 02-03-2012)