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UNA NUOVA UNIVERSITÀ NON STATALE: LINK CAMPUS SEDE ITALIANA DELL'UNIVERSITÀ DI MALTA PDF Stampa E-mail
Con decreto registrato dalla Corte dei conti il 28 ottobre e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 17 novembre, il Link Campus è diventato «università non statale dell'ordinamento italiano». Fondato a Roma nel 1999 con cerimonia solenne e prolusione del Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, Link Campus è la sede italiana dell'Università di Malta e ha come presidente il più volte ministro Vincenzo Scotti. I suoi circa cinquecento iscritti, alla fine del percorso di studio, avranno in mano un pezzo di carta che ora, grazie al decreto di novembre, equivale in tutto e per tutto a una laurea italiana. Il decreto però ha due vistosi difetti: ignora la legge e non dichiara tutta la verità. Per il riconoscimento di nuove università non statali italiane occorrono, si legge in un decreto del 23 dicembre 2010, i pareri dei «Comitati regionali di coordinamento» e «la relazione tecnica dell'ANVUR», la neonata Agenzia nazionale di valutazione delle università. Per il riconoscimento della nuova università italiana Link Campus, la Gelmini non ha chiesto pareri. Né al Comitato regionale di coordinamento del Lazio né all'ANVUR.  Non era necessario, è la risposta di Scotti perché quei pareri erano già stati chiesti e rilasciati nel 2007, quando il CNVSU, precursore dell'ANVUR, «fece due ispezioni, venne da noi a vedere tutte le carte» e diede il via libera al «riconoscimento come università». A quelle due ispezioni fa riferimento anche il decreto del 17 novembre, che «previa verifica del CNVSU» riconosce la Link Campus «quale università non statale dell'ordinamento italiano». Scotti e il decreto tralasciano un dettaglio di non poco conto. Quella verifica - come documenta il sito internet dello stesso CNSVU - aveva l'unica finalità di riconoscere i titoli di studio «rilasciati da Istituti stranieri di istruzione superiore che operano in Italia». Che è ben diverso dal creare una nuova università italiana.
(Fonte: F. Margiocco, Il Secolo XIX 12-01-2012)