Home 2011 27 Dicembre RICERCA. IDEE PER IL FUTURO DELL'ITALIA. L'AGENZIA ITALIANA PER LA RICERCA SCIENTIFICA
RICERCA. IDEE PER IL FUTURO DELL'ITALIA. L'AGENZIA ITALIANA PER LA RICERCA SCIENTIFICA PDF Stampa E-mail
«Nonostante le pressioni per i piani di austerità, investire nella ricerca ora potrebbe dare enormi benefici. Senza una struttura adeguata della ricerca si va incontro a un futuro oscuro», prevede Nature. Monito condiviso da Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Mario Negri e tra i fondatori del Gruppo 2003: «La priorità è aumentare le risorse per evitare il sottosviluppo - dice Garattini a Corriere Economia -. Noi abbiamo suggerito di creare l'Agenzia italiana per la ricerca scientifica, che dovrà raccogliere le risorse e utilizzarle in modo razionale con un ruolo diverso dall'ANVUR (Agenzia per la valutazione dell'università e della ricerca), che valuta il merito, chi ha fatto cosa e come, mentre la nuova entità deve assegnare fondi su base competitiva. La Francia di fronte alla crisi ha messo in gioco 39 miliardi di euro per la ricerca». L'Italia destina alla ricerca meno di altri Paesi dell'Unione Europea: nel 2010 gli stanziamenti pubblici per la ricerca scientifica sono stati 8.314,7 milioni di euro, lo 0,54% del Pil, secondo il Notiziario statistico del MIUR che confronta l'Italia con il resto della UE sulla base del GBAORD (Government Budget Appropriations or Outlays for Research and Development), l'indicatore che misura le intenzioni di spesa per la ricerca in rapporto al Pil. Nel 2009, ultimo anno in cui sono disponibili i dati completi, l'Italia ha stanziato 163 euro per abitante, 12 euro meno della media UE. «L'emergenza economica non deve distogliere l'attenzione da ciò che determina la crescita nel medio periodo. E per un Paese avanzato come l'Italia, la ricerca è tra le determinanti più importanti dello sviluppo», osserva Guido Tabellini, rettore dell'Università Bocconi. Il governo deve intervenire presto finanziando almeno le aree che possono essere un volano per la ripresa. «Sono misure fattibili in tempi brevi - dice Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente dell'Università degli Studi di Milano, presidente del Gruppo 2003 -. Primo: evitare ulteriori tagli. Secondo: erogare le risorse in modo affidabile senza distribuzioni a pioggia. Terzo: avere la valutazione dei pari, peer review, da parte di valutatori internazionali o comunque competenti, per la trasparenza nelle scelte. Quarto: togliere inutili vincoli».
(Fonte: V. Vestrucci, Corsera 12-12-2011)