Home 2011 7 Dicembre VALUTAZIONE DELLA RICERCA. IL VALORE DEI CONTRIBUTI PUBBLICATI SU RIVISTE INTERNAZIONALI
VALUTAZIONE DELLA RICERCA. IL VALORE DEI CONTRIBUTI PUBBLICATI SU RIVISTE INTERNAZIONALI PDF Stampa E-mail
La recente proposta dell’ANVUR (Agenzia Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) in merito ai criteri per la valutazione di candidati e commissari delle nuove abilitazioni scientifiche per i ruoli della docenza universitaria (professore ordinario e professore associato) è stata oggetto di alcune critiche nelle parti in cui essa suggerisce di fare riferimento, nel confronto fra i candidati, a indicatori che considerino esclusivamente le pubblicazioni sulle riviste scientifiche internazionali “qualificate” o che attribuiscano loro un peso maggior nella valutazione rispetto alle pubblicazioni a carattere nazionale. In primo luogo è opportuno premettere che il fatto che il progresso delle conoscenze umane avvenga oggi in un contesto in cui il confronto (in tutti i settori della scienza, tranne forse rarissime eccezioni) supera i confini delle nazioni dovrebbe essere ormai un dato indiscutibile nel mondo globalizzato in cui tutti viviamo. L’idea, quindi, che i ricercatori siano spinti (anche tramite opportuni incentivi nella valutazione della loro produzione scientifica) a partecipare a questo confronto non dovrebbe stupire ma anzi essere apprezzata.  La pubblicazione di articoli sulle riviste dei grandi editori scientifici internazionali avviene, inoltre, tramite processi di selezione dei contributi che si affidano al giudizio di due o più revisori esterni, che sono scelti fra gli esperti dell’argomento oggetto dell’articolo e la cui identità è sconosciuta all’autore del lavoro. Il numero degli articoli proposti per la pubblicazione che supera questo filtro è molto ridotto (per le riviste più importanti anche meno del 5%) e, anche nel caso di accettazione, la preparazione della versione finale del contributo richiede comunque modifiche e miglioramenti, sulla base delle indicazioni dei revisori, che rendono spesso necessari molti mesi di lavoro aggiuntivo. Il processo di valutazione e selezione che ho appena descritto chiarisce inequivocabilmente che i contributi pubblicati su riviste scientifiche internazionali qualificate hanno già sostenuto un processo di valutazione “nel merito” relativa ai contenuti del lavoro. Non solo. Qualora se ne confrontino le caratteristiche, tale processo sarà, nella maggior parte dei casi, più efficiente rispetto a quello attuabile dalla commissione nazionale che assegnerà le abilitazioni. La commissione nazionale sarà, infatti, chiamata a valutare un numero molto elevato di lavori (tutte le pubblicazioni di tutti i candidati) in un ridotto periodo di tempo. Ancorché composta di docenti del settore, essa sarà, inoltre, in molti casi certamente meno competente sui singoli argomenti trattati nei diversi lavori rispetto agli esperti selezionati dalle riviste, che sono scelti in modo specifico per ciascun argomento e da una platea più ampia per l’assenza di vincoli sulla loro nazionalità.
(Fonte: M. Menegatti, www.nelmerito.com 18-11-2011)