Home 2011 7 Dicembre COME POTREBBE AUTOFINANZIARSI L’UNIVERSITA’
COME POTREBBE AUTOFINANZIARSI L’UNIVERSITA’ PDF Stampa E-mail
Sì all'università gratis per tutti, no al debito privato degli studenti». È uno slogan efficace degli "indignati". Ma è sbagliato per almeno tre ragioni. L'indignazione dovrebbe innanzitutto rivolgersi verso la profonda iniquità del finanziamento pubblico dell'università che comporta un trasferimento di quasi 3 miliardi di euro, ogni anno, dai contribuenti con reddito inferiore ai 40mila euro lordi a quelli con reddito superiore. Questo inaccettabile e continuo regalo dai poveri ai ricchi deriva dal voler finanziare mediante la fiscalità generale (sia pure progressiva) un servizio di cui oggi usufruiscono relativamente di più i figli delle famiglie benestanti. In secondo luogo, per i giovani meno abbienti il prestito è un potente strumento di equità. Sostituisce la capacità personale alla casualità dell'appartenenza familiare: con il prestito non sono i redditi correnti (dei genitori) a essere importanti, ma quelli futuri (del laureato). E prestiti condizionati al reddito futuro (non a rata fissa) evitano rimborsi insostenibili e riducono il rischio di investire in istruzione terziaria, facilitando l'iscrizione all'università soprattutto per chi viene da famiglie economicamente svantaggiate.  In terzo luogo, un sistema di prestiti agli studenti consente di convogliare maggiori risorse agli atenei che le meritano, senza gravare sullo Stato e aumentando la qualità del sistema universitario, grazie alla pressione concorrenziale esercitata sugli atenei stessi dalle scelte degli studenti: avere fiducia in loro è la chiave. Senza costi aggiuntivi per il bilancio pubblico, quanto da noi proposto consentirebbe un aumento netto di risorse nell'ordine dell'11-13% a disposizione degli atenei per migliorare l'offerta formativa.
(Fonte: A. Ichino e D.Terlizzese, Il Sole 24 Ore 26-11-2011)