Home 2011 7 Dicembre RETRIBUZIONI. NON È INCOSTITUZIONALE BLOCCARE QUELLE DEI MAGISTRATI
RETRIBUZIONI. NON È INCOSTITUZIONALE BLOCCARE QUELLE DEI MAGISTRATI PDF Stampa E-mail
Il Tar Brescia, nella sentenza 514/2011, ha respinto la richiesta di un gruppo di magistrati di portare sui tavoli della Consulta le norme del Dl 78/2010 che frenano il loro trattamento retributivo.
Il contesto è quello della pioggia di misure introdotte dalla manovra correttiva del 2010 per fermare la spesa destinata alle buste paga dei dipendenti pubblici. Il decreto, tra le altre cose, ha bloccato per tre anni la contrattazione, e per far partecipare ai «sacrifici» anche le categorie non contrattualizzate, come appunto i magistrati, ha bloccato gli adeguamenti automatici del trattamento economico e tagliato, in misura crescente dal 15% del 2011 al 32% del 2013, l'indennità giudiziaria. I diretti interessati non ci stanno, e nel ricorso al Tar Brescia invocano una lunga teoria di passi della Costituzione per sostenere che nel loro caso i tagli sono «irragionevoli» (quindi contrari all'articolo 3 della Costituzione), «sproporzionati» (articolo 36) e contrari alla «progressività» (articolo 53) nel caso della stretta all'indennità giudiziaria, perché quest'ultima non sarebbe una parte del trattamento economico ma solo un indennizzo per gli «oneri» sostenuti dai magistrati nello svolgimento della loro attività. Il Tar respinge al mittente tutte le questioni, sulla base dell'analisi dei precedenti in Corte costituzionale. Il trattamento economico dei magistrati, prima di tutto, non è «intoccabile»: è vero, argomentano i giudici di Brescia, che la Costituzione lo collega alle esigenze di indipendenza della magistratura (articoli 104 e 108 della Costituzione), ma questo non si traduce in un'impossibilità tout court di prevederne delle riduzioni, purché ovviamente non escano dall'ambito della «irragionevolezza». Nel contesto del Dl 78/2010, poi, il blocco degli adeguamenti serve a coinvolgere i magistrati in misure analoghe a quelle previste per il personale contrattualizzato, la larga parte dei dipendenti pubblici, che si è visto sospendere il rinnovo delle intese per tre anni.
(Fonte: G. Trovati, Il Sole 24 ore 30-11-2011)