Home 2011 20 Novembre Valutazione. L’ANVUR al lavoro
Valutazione. L’ANVUR al lavoro PDF Stampa E-mail
Andrea Bonaccorsi docente della facoltà di Ingegneria di Pisa, in aspettativa da quando, lo scorso maggio, è entrato a far parte del direttivo dell'ANVUR: «Da gennaio, ordinari, associati e ricercatori di tutte le università dovranno segnalare le pubblicazioni realizzate dal 2004 al 2010. L'ateneo ne selezionerà tre per ciascuno e una commissione nazionale le giudicherà». Un passaggio delicato e fondamentale per il sistema accademico che in passato aveva già provato, fra qualche polemica, a testare questa strada: «Già dopo la valutazione del Civr era stato chiesto che ai risultati ottenuti facessero seguito le risorse. E' un principio giusto, contribuisce a migliorare la qualità delle università» prosegue Bonaccorsi. La nuova agenzia procede nel lavoro anche in caso di fine della legislatura, il decreto ministeriale è già stato registrato e ha il via libera della Corte dei Conti. Si tratta di un lavoro enorme: quante pubblicazioni di ricerche valuterete? «Più di 200mila, pari a circa 70mila persone fra docenti universitari e personale degli enti di ricerca. Già in passato si era provato ad applicare un sistema di valutazione ma in quel caso a scegliere erano i dipartimenti o le strutture della facoltà che inviano i migliori lavori. Adesso è una specie di censimento, nel senso che tutti saranno coinvolti. Diversi ricercatori certamente pubblicano molto di più, ma per ragioni di contenimento dei costi abbiamo deciso di selezionare tre lavori a testa per chi opera nelle università e sei per chi opera negli enti di ricerca». Ma chi e come stabilirà se una ricerca è più o meno di qualità? «Sono stati nominati 14 presidenti delle varie aree scientifiche e 450 esperti di elevata qualificazione di cui fra il 20-25 per cento stranieri che potranno esaminare i prodotti della ricerca. Il bando prevede che si proceda con due metodi: uno bibliometrico, cioè esaminando degli indicatori quantitativi dai vari data base e il numero di citazioni di ciascuna ricerca e l'altro di «revisione dei pari», vale a dire che lo studio sarà letto da due esperti designati e valutato. Si potranno a seconda dei casi anche incrociare queste valutazioni.
(Fonte: La Repubblica Firenze 15-11-2011)