Home 2011 1 Novembre Finanziamenti. Niente per il riequilibrio degli atenei sottofinanziati
Finanziamenti. Niente per il riequilibrio degli atenei sottofinanziati PDF Stampa E-mail

Dopo anni di convegni e chiacchiere su nuovi criteri di finanziamento, a vincere sono ancora i contributi a pioggia, come il miliardo di euro dal Cipe agli atenei del Sud. O le assegnazioni di fondi sulla base storica. Al dunque, restano avvantaggiate le università che dovrebbero perdere. Come mai? Semplice, ecco come funziona. In queste settimane sono tutti impegnati a scrivere il budget 2012, ma un po' al buio. Nessuno conosce neppure a quanto ammonta l'assegno 2011 del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), cioè la torta da 6 miliardi e 130 milioni di euro, in calo da qualche tempo. Una quota del 12%, pari a 830 milioni, è il cosiddetto fondo premiale partito nel 2009 per ricompensare gli atenei in base ad alcuni criteri. Peccato però che aspetti come qualità della didattica e occupazione dei laureati a tre anni dal diploma adesso non contino più nulla. Non solo: chi merita di perdere soldi potrà rimetterci al massimo il 5,7% di quanto incassato l'anno prima. Ma la novità 2011 è l'introduzione di una quota dell'1,5% (104 milioni) per le accademie sottofinanziate, una trentina di casi, da Udine a Verona, da Padova a Bologna, da Torino Statale al Politecnico di Milano in credito con lo Stato. Chiaro è il dettato di una recente legge che vuole «accelerare il riequilibrio». Eppure, stando al decreto del MIUR, «a ciascun ateneo non potrà comunque essere disposta un'assegnazione del Ffo superiore a quella del 2010». Niente soldi in aggiunta. E siccome il Fondo cala, per loro sarà impossibile risalire la china. Neppure la Corte dei conti ha trovato da eccepire.
(Fonte: F. Sottocornola, Il Mondo 04-11-2011)