Valutazione. Una “ottusa” bibliometria |
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Ma la riforma va in senso opposto, imponendo regole strette già per l’idoneità nazionale, regole pesanti che tolgono qualsiasi autonomia di valutazione alle commissioni. La neonata ANVUR ha prodotto direttive per le valutazioni, improntate alla più ottusa bibliometria, non tenendo in alcun conto le osservazioni del CUN e del mondo universitario (e le critiche che ormai piovono dall’estero nei confronti di questi metodi). D’ora in poi, all’arbitrio delle commissioni si sostituirà quello di regole quantitative cieche, discutibili, e autorevolmente contestate. La valutazione diventerà roba da burocrati e passacarte, calcolatori di h-index. Poi, come se non bastasse, verrà la valutazione ex-post, anche questa con gli stessi discutibilissimi criteri. Altro che «scegliete liberamente, poi vi valuteremo». Qui trionfa la più occhiuta e opprimente burocrazia statalista, forse perché ormai è uno sport nazionale dire che l’università è la sentina di tutti i mali e quindi va commissariata in ogni suo atto. (Fonte: G. Israel, Il Sussidiario 05-09-2011)
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