Home 2011 27 Giugno Comitato di disciplina e tasse universitarie
Comitato di disciplina e tasse universitarie PDF Stampa E-mail

L'UNIBO per prendere eventuali provvedimenti disciplinari è ferma perché il vecchio comitato di disciplina al CUN non è più in vigore, in quanto la legge Gelmini prevede che ogni Ateneo si faccia il suo. Ieri il consiglio d'amministrazione dell'Alma Mater ha dato il via libera al nuovo organismo, che ora deve passare dal Senato accademico e quindi dal ministero. Sarà composto da tre membri per ogni fascia (ordinari, associati, ricercatori) più i supplenti. «Così il giudizio sarà tra pari», assicura il rettore Ivano Dionigi che proporrà i nomi al Senato accademico. Resta in carica tre anni, è rinnovabile una volta. «È necessario che fin d'ora lo Statuto preveda questo organismo — spiega ancora Dionigi —, sono già cinque gli atenei in Italia che se ne sono dotati».

Tasse universitarie inalterate anche per il prossimo anno (salvo il consueto adeguamento al tasso di inflazione del-1'1,5%). Ritocco invece di 35 euro all'indennità di ammissione alla laurea, che passa da 65 a 100 euro. E’ una complessa manovra, che comprende more e incentivi più alti, per aumentare gli introiti complessivi dalle contribuzioni studentesche e mantenere inalterati i premi e gli esoneri per i più poveri e i più bravi. L'operazione ha ricevuto ieri l'ok dal CDA dell'Alma Mater. Il rettore Ivano Dionigi aveva chiesto al presidente della commissione bilancio Sandro Sandri e al prorettore agli studenti Roberto Nicoletti «di fare un piccolo miracolo, aumentare gli intrioiti senza aumentare le tasse», confida lo stesso Magnifico, «non è aria né tempo di aumentare le tasse per le condizioni economiche e sociali del Paese». Attenzione ai problemi delle famiglie, quindi. Senza ignorare il «periodo non facile» per lo stesso Ateneo, come dichiara Nicoletti. Ateneo che, infatti, si trova a fare i conti con circa g milioni di euro in meno rispetto all'anno scorso di tasse studentesche e con la stessa previsione anche per l'anno prossimo. I motivi? «Un maggior numero di esoneri, totali o parziali, perché è aumentata la povertà del Paese — spiega Nicoletti un minor numero di iscritti perché gli studenti si laureano più in fretta, l'aumento degli immatricolati, ma nelle facoltà con le tasse più basse, e una forte irregolarità dei pagamenti». Pur in questo scenario, l'Ateneo ha voluto mantenere le condizioni di favore per i suoi studenti più bravi o più. poveri. Condizioni che però costano. Ci sono circa 8,5 milioni di euro per gli esoneri totali (con borse di studio pagate dalla Regione), 3,5 milioni per gli esoneri parziali suddivisi in cinque fasce (con sconti dal 10 al 50% sul contributo), 450 mila euro di esoneri per gli immatricolati con il 110 e lode, 2,8 milioni di euro per le collaborazioni di 150 ore offerte a chi ha certi requisiti di merito e di reddito, circa 400 mila euro di rimborsi del 10% delle tasse a chi studia in corso e con medie alte e, infine, 287.500 euro per i 115 premi da 2.500 euro ai bravissimi.

Ecco quindi le strategie adottate dall'Ateneo per mantenere la bilancia, nonostante tutto, in equilibrio. La prima, e più consistente, è l'anticipo del 30% della terza rata alla seconda (che scade il 22 dicembre) per le lauree triennali: un anticipo che vale circa 2,8 milioni di euro. Per le magistrali si passa invece da quattro a tre rate, accorpando la seconda e la terza con scadenza al 31 dicembre, operazione che vale circa 6 milioni di euro e da cui sono escluse le lauree più onerose (odontoiatria, scuola interpreti e traduttori, biotecnologie farmaceutiche e biotecnologie molecolari e industriali). Giro di vite poi sulle more applicate a chi non paga entro le scadenze: 50 euro la prima settimana di ritardo, 100 euro dall'ottavo giorno (prima il massimo era 60 euro). Aumenta lo sconto per chi paga invece in un'unica rata: da 31 a 200 euro.

Il quadro delle contribuzioni studentesche ora è questo. Se si paga in un'unica rata nelle triennali il massimo è di 3.628 euro per odontoiatria e il minimo è 1.070 per economia, giurisprudenza, scienze politiche e scienze statistiche; nelle magistrali il massimo è 3.733 per odontoiatria e il minimo 1.474 per giurisprudenza.

Aumenta di 35 euro la tassa per laurearsi, l'unica nota dolente sollevata dal consiglio studentesco. Il ricavato, circa 500 mila euro, «torna agli studenti come diritto allo studio — assicura Dionigi —, ovvero sale studio, premi ai migliori e certificazione linguistica».
(Fonte: M. Amaduzzi, Il Corriere di Bologna 09-06-2011)