Home 2011 8 Giugno A quali condizioni aumentare le tasse universitarie
A quali condizioni aumentare le tasse universitarie PDF Stampa E-mail
In Italia le tasse nelle Università pubbliche si collocano per le fasce sociali più alte mediamente attorno ai 2 mila euro, ben al disotto delle 3 mila sterline e soprattutto delle attuali 9 mila sterline della Gran Bretagna. Potremmo anche in Italia ispirarci al sistema inglese aumentando le tasse per gli studenti provenienti da famiglie a reddito medio-alto? I vantaggi sarebbero rappresentati dal fatto che i bilanci universitari potrebbero disporre di maggiori risorse anche se non potrebbero in nessun modo compensare i gravi tagli da parte del governo. Allo stesso tempo pagando tasse più alte gli studenti e le loro famiglie avrebbero un maggior potere contrattuale nei confronti dell' università richiedendo ad esempio aule e spazi di studio più adeguati, tutoraggio didattico più puntuale e servizi più efficienti, mentre fino ad ora valeva un accordo implicito, siccome non pago molto non posso richiedere molto, in una concezione quasi assistenziale dell' università. Su un altro versante occorrerebbe creare un fondo per aiutare gli studenti meno abbienti con prestiti d' onore in modo da coprire le tasse e le spese di mantenimento, che potranno essere restituiti quando lo studente comincerà a lavorare. La situazione lavorativa in Italia è piuttosto complessa, secondo i dati di Alma Laurea i disoccupati a un anno dalla laurea sono il 50% e gli occupati non arrivano ai mille euro di stipendio. A 5 anni dalla laurea la disoccupazione raggiunge il 20% circa fra i laureati delle lauree specialistiche e il 15% per i laureati che provengono da corsi di laurea a ciclo unico, come i medici, i veterinari e gli architetti. Per questi motivi il rimborso del debito può essere più complesso in Italia, anche se questa strada potrebbe essere percorsa. Naturalmente il prestito d'onore dovrebbe essere vincolato al regolare superamento degli esami di ogni anno e a votazioni adeguate. Probabilmente questa forma di incentivazione potrebbe essere più utile rispetto ai premi di studio previsti dalla legge Gelmini, che dovrebbero essere assegnati agli studenti meritevoli indipendentemente dalla propria condizione sociale. Naturalmente si tratterebbe di provvedimenti che potrebbero provocare proteste degli studenti, ma forse potrebbero contribuire a migliorare lo stesso diritto allo studio che non significa solo l' accesso all' università ma un corso di laurea che dia una qualificazione e che venga effettuato nell' arco di tempo previsto. Probabilmente il compito attuale è quello di superare un'ottica assistenziale per favorire l'investimento individuale degli studenti sul proprio futuro, che tuttavia deve essere sostenuto da adeguati provvedimenti.
(Fonte: M. Ammaniti, archiviostorico.corriere.it, 31-06-2011)