Home 2011 23 Maggio Il Ministro scrive sulla riforma ai Presidenti ANVUR, CEPR, CRUI, CUN, CODAU e ai Rettori
Il Ministro scrive sulla riforma ai Presidenti ANVUR, CEPR, CRUI, CUN, CODAU e ai Rettori PDF Stampa E-mail

L'approvazione della legge di riforma del sistema universitario costituisce un primo passo essenziale per consentire al sistema di recuperare efficienza e competitività. E' però indispensabile che all'approvazione faccia ora seguito una rapida messa a regime delle misure previste dalla legge, per evitare un’applicazione incompleta o non coerente con l'impostazione complessiva del provvedimento. In relazione a questa fase d’intenso lavoro, cui sono chiamate a partecipare tutte le componenti del sistema, ritengo utile precisare criteri e orientamenti su alcuni temi principali, anche al fine di favorire la realizzazione di norme e regolamenti coerenti con l'impostazione della riforma e armonici tra loro.

Il compito più importante che spetta agli atenei è la revisione degli Statuti. Il Ministero intende esercitare la propria inderogabile potestà in sede di controllo di legittimità per garantire che siano rigorosamente tutelati i principi fondamentali della riforma, restando aperto a recepire soluzioni innovative che si collochino nel solco della riforma e ne interpretino autenticamente l'impostazione di fondo, anche tenendo nel giusto conto le variabili legate alle dimensioni e alla tipologia del singolo ateneo. In particolare, è auspicabile che gli atenei facciano pieno uso degli ampi margini di flessibilità che la legge riserva ad essi, soprattutto a quelli di dimensioni medio-piccole, per semplificare e snellire le strutture organizzative. La definizione di eventuali criteri in deroga alle norme sulla governance sarà invece riservata a una seconda fase, anche per evitare ora un’applicazione asimmetrica della riforma.

Qualora alcuni atenei intendano anticipare da subito, sotto forma di modifica parziale allo Statuto vigente, alcune norme organizzative ritenute di particolare urgenza, il Ministero s’impegna a valutarle ed eventualmente a vararle con l'opportuna rapidità. Fin d'ora è comunque auspicabile che gli atenei, anche attraverso il coordinamento della CRUI, dialoghino tra loro per identificare, ove necessario, soluzioni condivise e pratiche di riferimento.

In sede di revisione dello Statuto assume particolare rilievo la procedura di selezione dei consiglieri di amministrazione esterni all'ateneo, ai quali è affidato il compito di rappresentare in consiglio un punto di vista tecnicamente informato e allo stesso tempo indipendente. Auspico che proprio alla luce del ruolo di garanzia e terzietà che questi consiglieri saranno chiamati a svolgere, la loro selezione avvenga con procedure trasparenti che vedano coinvolta in vario modo, per esempio attraverso comitati di selezione o voti di gradimento, una pluralità di soggetti. E', infatti, importante sottolineare che i consiglieri indipendenti non possono essere considerati come l'espressione diretta di un singolo organo interno, quale che esso sia.

Desidero altresì richiamare l'attenzione sulla necessità di una tempestiva preparazione per il passaggio alla nuova contabilità economico-patrimoniale, che ritengo una delle misure centrali della legge di riforma.

Lo schema di decreto legislativo è all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri, ma è essenziale che le università elaborino quanto prima le misure organizzative imposte da questa significativa trasformazione.

Tra i compiti più rilevanti che la legge demanda agli atenei c'è quello di definire i regolamenti per il reclutamento del personale accademico (artt. 18 e 23). E' indispensabile che le commissioni di selezione siano composte di un congruo numero di membri, in modo da garantire una reale dialettica, e che in tutte le procedure di reclutamento sia previsto il coinvolgimento maggioritario di studiosi appartenenti ad altri atenei, anche stranieri. Infatti, ferma restando la potestà decisionale ultima dell'ateneo presso il quale è incardinato il posto bandito, è essenziale che la valutazione dei candidati sia condotta in modo aperto e trasparente, anche, appunto, avvalendosi sistematicamente di qualificate competenze esterne. Al fine di favorire la doverosa internazionalizzazione del nostro sistema universitario, è importante che in queste procedure siano coinvolti anche autorevoli docenti di università estere. E' bene ricordare che le procedure di valutazione ex-posi del reclutamento espressamente introdotte alla legge 240 costituiscono un elemento centrale di responsabilizzazione degli atenei, e che a esse sarà legata una parte significativa dei fondi premiali.

Altrettanto essenziale in questo contesto è la rapida e accurata definizione della programmazione del personale accademico su base almeno triennale, la sola che potrà consentire uno sviluppo armonico e sostenibile del corpo docente e costituire la base per il reclutamento dei singoli docenti a tutti i livelli. E' stata proprio l'assenza di una programmazione di questo tipo, legata alla chiamata pressoché automatica di tutti gli idonei, che ha comportato negli anni scorsi una crescita disordinata e onerosa del sistema, crescita che oggi rischia di creare problemi seri per le nuove generazioni di studiosi che intendono dedicarsi alla docenza universitaria. Poiché la nuova abilitazione scientifica nazionale costituisce meramente un titolo di accesso alle selezioni per specifici posti, in nessun modo paragonabile all'idoneità, la platea degli abilitati sarà quindi necessariamente più ampia di quella degli idonei, comportando anche l'obbligo di una rigorosa determinazione ex ante degli organici secondo principi di sostenibilità nel tempo e di doveroso equilibrio tra le diverse figure di docente.

Ai singoli atenei spetta anche il compito di specificare ai fini della chiamata criteri di qualificazione didattica e scientifica ulteriori rispetto a quelli stabiliti per il conseguimento dell'abilitazione scientifica nazionale. Questi ultimi, ai quali il Ministero sta lavorando intensamente in stretto dialogo con ANVUR, CEPR e CUN, saranno certamente molto rigorosi, perché dovranno costituire un elemento di garanzia fondamentale per il sistema. Anche in questo caso, peraltro, auspico che i singoli atenei vogliano definire con grande attenzione eventuali requisiti ulteriori, sia per fornire ai candidati indicazioni precise su quanto verrà loro richiesto, sia per accrescere la competitività anche internazionale del proprio corpo docente.

Il Ministero, per parte sua, ha già sottoposto al concerto del Ministero dell'Economia le modalità di ripartizione dei fondi che la legge assegna per la chiamata di professori associati.

Il nostro sistema universitario sta attraversando un momento impegnativo e per alcuni aspetti non facile, ma anche ricco di opportunità.

Abbiamo di fronte la possibilità di far crescere i nostri atenei eliminando alcune delle storture organizzative e gestionali che ne hanno spesso limitato il grande potenziale scientifico e didattico. Sono certa che tutti ci impegneremo al meglio delle nostre forze per far fronte a questa sfida.

Con i migliori saluti e auguri, Mariastella Gelmini
(Roma 04-05-2011)