Home 2011 23 Maggio CUN: senza finanziamenti non ci sarà modernizzazione
CUN: senza finanziamenti non ci sarà modernizzazione PDF Stampa E-mail

Le istituzioni universitarie sono pronte a contribuire attivamente al processo di riforma degli atenei ma per realizzare il percorso verso la modernizzazione del sistema universitario, cosi come delineato dalla legge, questo deve essere accompagnato da un'adeguata politica di finanziamento mentre con l'ulteriore taglio del 5 % delle risorse, così come previsto per il 2012, sarebbe difficilmente sostenibile. E quanto emerso al termine dell'audizione del Consiglio Universitario Nazionale (CUN), svolta al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, dedicata alla comunità accademica impegnata nel recepimento e nell'attuazione della riforma universitaria. Sono oltre 200 i rappresentanti del sistema universitario presenti all'incontro e 50 le richieste di audizione. «Certamente - ha sottolineato Andrea Lenzi, presidente del CUN - il percorso verso la modernizzazione, la razionalizzazione del sistema universitario, perché consegua il proprio naturale obiettivo, ossia quello di rendere gli Atenei italiani, e con essi gli studiosi italiani, più competitivi a livello europeo e internazionale, deve essere accompagnato, e aiutato, da un'adeguata politica di finanziamento. In questo senso, va detto, con chiarezza, e il Ministro ne è consapevole, che un ulteriore taglio del 5% delle risorse, già previsto per il 2012, sarebbe difficilmente sostenibile».

La revisione degli Statuti universitari e il nuovo modello di governance, punto cardine della legge Gelmini, è anche il tema più discusso della giornata: la distinzione fra i poteri accademici e la nuova definizione delle funzioni dei diversi organi di governo degli atenei, sancita dalla legge, secondo il CUN, «deve essere poi orientata verso una più puntuale definizione dei compiti per garantire un bilanciamento e un equilibrio fra i diversi poteri decisionali e una più chiara individuazione delle responsabilità». L'abilitazione scientifica nazionale dei concorsi e il reclutamento a ''chiamata locale'' è un passo decisivo verso il riconoscimento la valorizzazione del merito. Il CUN «ritiene di potere assolvere un ruolo determinante per predisporre gli indicatori di qualità dei candidati e dei commissari per l'abilitazione e per monitorare le varie forme di chiamata locale messe in atto dagli atenei». Cambia radicalmente anche l'organizzazione degli atenei, stabilisce la riforma: i dipartimenti si dovranno occupare di didattica e di ricerca. «Gli atenei - ha sottolineato Lenzi - sono pronti a rivoluzionare l'organizzazione ma si aspettano che le diverse e nuove attività possano essere definite tenendo conto dei contesti socio-economici e territoriali delle singole istituzioni universitarie».

Siamo di fronte a un processo di revisione profondo delle geometrie interne agli atenei - ha aggiunto il presidente del CUN - in cui il ruolo dei dipartimenti viene ridefinito per assumere nuove funzioni di raccordo fra didattica e ricerca. L'università non può svolgere solo attività di didattica o di ricerca e le due cose non possono essere distinte». Per Lenzi «la ricerca va declinata in didattica perché deve essere finalizzata anche ad insegnare ai giovani a ricercare, criticare, sviluppare le loro idee e a ''fare rete'' con i colleghi, così come accade nei laboratori di ricerca più prestigiosi del mondo».
(Fonte: ustation.it 12-05-2011)