Stando ai nuovi criteri stabiliti per la ripartizione dei fondi tra le università, la percentuale di studenti fuori corso è un fattore che incide negativamente: più alta è la quota di studenti non in regola con gli esami, meno fondi riceverà l’ateneo. Ma fatta la legge, trovato l’inganno. Il provvedimento, intenzionato a migliorare l’efficienza delle università, in alcuni casi è andato a detrimento degli studenti: certe università hanno emanato provvedimenti “retroattivi” di decadenza dagli studi. Era lo scorso giugno quando l’università di Cagliari sancì per i fuoricorso del vecchissimo ordinamento (ante 1999) la decadenza dagli studi al raggiungimento del doppio della durata legale del corso di studi (agli iscritti agli altri ordinamenti tocca la stessa sorte dal 2012). Sull’altra isola, all’università di Palermo hanno approvato un provvedimento analogo il 18 gennaio scorso, stabilendo nel “doppio della durata legale più uno” il limite massimo di anni entro cui arrivare al termine degli studi per sperare nell’agognato “pezzo di carta”. (28-04-2011 Fonte)
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