Borse di studio per il dottorato. Confronto con altri paesi della UE |
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Nonostante il Miur abbia garantito che non verrà toccato lo stanziamento nazionale per le borse, l'Adi (l'Associazione dei dottorandi e dei dottori di ricerca italiani) ha espresso «preoccupazione» per l'interpretazione, che «non solo non prevede il superamento della figura del dottorando senza borsa», ma che «in un quadro di grave sottofinanziamento degli atenei lascia la strada aperta a un uso spropositato dello strumento del dottorato senza borsa». Un rischio che incide su una situazione già precaria: secondo il Rapporto del Cnvsu (Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario), già nel 2008, infatti, l'assenza di retribuzione riguardava il 39,3% dei 40mila dottorandi presenti negli atenei italiani, mentre l'Adi rileva che negli ultimi tre anni le borse sono diminuite di oltre il 30 per cento. «Senza dimenticare - aggiunge - che i dottorandi, pur in assenza di compenso, pagano comunque le tasse di frequenza». Il quadro italiano è poi ancor più distante dall'Ue: se un dottorando in Italia percepisce una borsa mensile di circa 1.035 euro, in Francia si arriva a 1.600, in Finlandia a 2.250, in Svezia a 2.500, in Norvegia a 3.400 e in Svizzera addirittura a 3.600 euro. Uno studio Adi - che ha messo a confronto il sistema italiano con quello svedese - rivela, per esempio, che nel Paese scandinavo le collaborazioni del dottorando alle attività del dipartimento sono regolarmente pagate, mentre in Italia non c'è retribuzione aggiuntiva. In Svezia, dove il dottorato dura quattro anni, un anno in più di quello italiano, si ha diritto all'intero importo della pensione regolare, mentre in Italia non sono previsti contributi previdenziali (li versa direttamente solo chi ha la borsa); in Svezia il congedo di maternità è coperto dallo Stato, mentre nel nostro Paese non è previsto alcun indennizzo, ma solo la possibilità di interrompere gli studi e congelare la borsa. (Fonte: Il Sole 24 Ore Scuola 14-04-2011)
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