Home 2011 26 Febbraio L’oriente investe sui cervelli
L’oriente investe sui cervelli PDF Stampa E-mail
La Chinese Government Scholarship - l’agenzia governativa cinese che definisce le politiche per l’istruzione e sostiene economicamente la formazione - ha comunicato alle principali università del colosso asiatico che è arrivato il momento di cambiare rotta. Dopo aver investito miliardi di dollari nell’ultimo decennio per costruire immense infrastrutture - campus, centri di ricerca, laboratori - costringendo nel frattempo i suoi migliori studenti a frequentare le università di mezzo mondo, adesso la Cina ha deciso di compiere un ulteriore balzo: cercare di attrarre i giovani americani e soprattutto europei nei suoi atenei, sfruttare la loro formazione di base e piegarla a suo vantaggio. Per i governanti di Pechino è il passaggio cruciale di un’impetuosa politica di sviluppo che in pochi anni ha quadruplicato il numero di studenti universitari e dovrebbe trasformare la Cina in una nazione capace non solo di produrre merci a bassi costi ma soprattutto diventare leader nell’innovazione tecnologica. Per riuscirci l’agenzia governativa cinese ha concesso il via libera alle migliori università del Paese che hanno cominciato la caccia grossa in Occidente, Italia compresa, dove tre atenei hanno bussato alle porte del Politecnico di Torino. Nelle prossime settimane partirà la «call» per scegliere dieci tra studenti e dottori di ricerca che a settembre prenderanno il volo, destinazione Tsinghua, Beihang e Harbin It, tre università tecnologiche che li ospiteranno per due o tre anni pagando loro una borsa di studio.
(A. Rossi, La Stampa 06-02-2011)