Home 2011 25 Gennaio La destinazione degli incentivi basata sui risultati della ricerca e della didattica
La destinazione degli incentivi basata sui risultati della ricerca e della didattica PDF Stampa E-mail
Nella classifica 2010 degli incentivi Gelmini alle università vince il Politecnico di Torino, seguito dalla veneziana Ca' Foscari e da Trento. Nell'ateneo torinese i risultati di ricerca e didattica offrono il 16,6% del totale dell'assegno statale, una quota più che doppia rispetto a quella che caratterizza le università a fondo classifica. La graduatoria si chiude con l'ateneo di Messina, e anche nel 2010 sono le università del Centro-Sud a mostrare le performance più opache: tra le poche eccezioni l'Orientale di Napoli (18esima in classifica, con incentivi all’11,2% del fondo totale), dove però il problema è rappresentato dal peso degli stipendi che superano abbondantemente il tetto del 90% rispetto al fondo ordinario. In buona posizione le università statali milanesi, tutte intorno al 12% nel rapporto tra incentivi e fondo ordinario, mentre a Roma solo Tor Vergata arriva nella parte alta della classifica, distanziando La Sapienza e Roma Tre. I dati pubblicati in questa pagina sono quelli ufficiali, trasmessi dai tecnici del ministro Gelmini a tutti gli atenei statali. Rispetto all'anno scorso, la dote complessiva degli incentivi è aumentata da 520 a 720 milioni, e nella distribuzione si è dato più peso ai risultati della ricerca, che determinano oggi i due terzi del giudizio. La valutazione dipende soprattutto dalla percentuale dei docenti che tra 2005 e 2008 hanno spuntato un voto positivo nei programmi di ricerca nazionale, e misura anche il successo nella raccolta di fondi internazionali e la partecipazione ai progetti per i giovani ricercatori. Nella pagella, e questo è il punto più "debole", pesano ancora i giudizi del Civr, il comitato per la valutazione della ricerca, che risalgono al 2001/2003: rispetto all'anno scorso il loro peso è diminuito ma il nuovo programma, nonostante impegni e decreti, non è ancora partito. Più sguarnita l'analisi della didattica, che indirizza il 34% dei 720 milioni destinati agli incentivi e si fonda sul numero di studenti attivi e sul numero di crediti effettivamente acquisiti nel 2009. "Sospeso" fino a data da destinarsi l'indicatore che misura i giudizi degli studenti sulla qualità della didattica, e la stessa sorte tocca al successo occupazionale dei laureati: nel 2009 erano stati utilizzati i dati Istat, mentre ora si è deciso di soprassedere nella (lunga) attesa che sia costruita l'anagrafe nazionale dei laureati. L'aumento degli incentivi non ha reso più generoso il fondo di finanziamento ordinario, che nel 2010 ha perso il 3,72% rispetto al 2009.
(G. Trovati, Il Sole 24 Ore 14-01-2011)