Home 2011 25 Gennaio Le modifiche allo statuto degli atenei
Le modifiche allo statuto degli atenei PDF Stampa E-mail
Il DDL Gelmini dedica alla questione della governance degli atenei un articolo che invita perentoriamente tutte le università statali “entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, a modificare i propri statuti in materia di organizzazione e di organi di governo dell’ateneo”. Ciò porterà alla scomparsa delle attuali facoltà, le cui funzioni saranno assorbite dai dipartimenti (ai quali sono state attribuite anche responsabilità didattiche). Ciò comporterà che tutti i dipartimenti siano ridisegnati di conseguenza, nonostante il recente accorpamento. E si dovranno poi affiancare nuove strutture interdipartimentali sostitutive delle attuali facoltà; strutture più ampie che rimangono ancora una “cosa” senza nome: “scuole” o “poli”, anche se nulla impedisce di mantenere la denominazione “facoltà di…”. Ugualmente delicata è la questione della composizione dei nuovi organi collegiali, con l’inserimento di figure quali il “direttore generale” e la previsione di consiglieri d’amministrazione esterni al mondo accademico. La nuova legge prevede un forte accentramento dei poteri ed esclude dall’elettorato attivo per le massime cariche accademiche sia i ricercatori universitari, che votavano a pieno titolo per l’elezione del rettore, sia il personale tecnico-amministrativo che partecipava con voto ponderato. Infine la riforma Gelmini prevede che la riforma dello Statuto sia un processo guidato dall’alto, affidando il compito di stilarlo a una commissione di soli quindici membri (tra cui due studenti) nominata dal rettore. In base a quali criteri saranno nominati? Ed è possibile pensare che lo Statuto dell’ateneo sia redatto senza un’ampia consultazione della comunità accademica?
(STEP1 11-01-2011)