Gli studenti nella riforma Gelmini |
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Tra i 29 articoli della riforma Gelmini ce n'è uno, il n. 4, che interessa in particolare gli studenti: crea presso il MIUR un fondo con cui «promuovere l'eccellenza e il merito tra gli studenti», dopo averne valutato le capacità attraverso prove standard lungo tutto lo Stivale. Il fondo potrà erogare premi di studio, anche sotto forma di esperienze di studio all'estero, buoni studio (che andranno restituiti parzialmente tranne che dai laureati con il massimo dei voti) e finanziamenti a tassi agevolati garantiti dallo Stato. Tutti gli strumenti elencati saranno cumulabili con le borse attualmente corrisposte dalle Regioni. Per essere operativo il fondo, che sarà gestito dal MIUR di concerto con il MEF, necessiterà di uno o più decreti del MIUR con cui saranno decisi, ad esempio, gli importi massimi dei buoni e delle borse di studio o il contributo chiesto agli studenti sui finanziamenti ricevuti. Ad alimentarlo ci penseranno i versamenti di privati, enti e fondazione, i trasferimenti pubblici di volta in volta disposti e i contributi versati dagli stessi destinatari dei finanziamenti agevolati. Gli eventuali mecenati potranno poi essere chiamati a fare parte di un comitato consultivo insieme ai rappresentati dei dicasteri e ai membri designati dal consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu). Un altro intento del ddl è di coinvolgere i destinatari dell'offerta formativa nella gestione degli atenei. Lo testimonia l'articolo 2 che sancisce il diritto degli studenti di essere rappresentati sia nel consiglio di amministrazione che nel senato accademico. E lo stesso varrà per il nucleo di valutazione. Ma gli studenti potranno dire la loro anche sulla qualità della didattica e sui servizi offerti dal corpo docente. Non solo nelle assemblee ma anche affiancando i professori in un'apposita commissione paritetica che potrà essere costituita in ogni dipartimento. (Eu. B., Il Sole 24 Ore 23-12-2010)
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