Home 2010 04 Dicembre In margine alla seduta di approvazione del DDL Gelmini alla Camera
In margine alla seduta di approvazione del DDL Gelmini alla Camera PDF Stampa E-mail

CEPU. Tra i nodi non del tutto sciolti del DDL resta quello dell'equiparazione del Cepu a università come la Bocconi e la Cattolica. A sollevare il problema, durante la discussione del testo è stato il deputato Walter Tocci. Il governo, giovedì 25 nov., era stato battuto su un emendamento all'articolo 16 del testo presentato da Futuro e Libertà proprio su una norma, ha spiegato Roberto Rosso, ''proposta dalla maggioranza, che equiparava il Cepu alla Bocconi, alla Cattolica e alla Luiss''.

Tocci ha dunque ottenuto ''una riformulazione della riformulazione'' chiedendo di inserire non solo l'Anvur, ma nelle more anche il Cnvsu. Ma, alla fine, Tocci ha comunque sottolineato che ''anche con l'articolo così emendato, se il ministro insiste con il suo decreto ministeriale sulla programmazione 2010-2012 rimane la possibilità di trasformare il Cepu in università pubblica non statale, dello stesso rango della Bocconi e della Cattolica. Il Cepu ha 126 sedi in Italia e diverrebbe quindi un altro sistema universitario pubblico''.

A PROPOSITO DELLE TROPPE SEDI LAMENTATE DAL MIUR (vedi oltre). Nel corso della seduta del 30 novembre è stato anche presentato l'ordine del giorno n. 10 del deputato Mario Tassone in cui "s’impegna il Governo a verificare la possibilità di ripristinare la facoltà di medicina veterinaria di Catanzaro (che non è mai stata una facoltà ma solo un corso di laurea privo dei requisiti minimi per strutture idonee e numero di docenti al fine di diventare una facoltà. Nota di PSM), al fine di tutelare i diritti del territorio calabrese in generale, e della città di Catanzaro in particolare, e dei suoi studenti contro il lesivo decreto-taglia facoltà".

TABU’ I RIMBORSI ELETTORALI. Il deputato Bruno Tabacci aveva proposto un emendamento che, se approvato, avrebbe dirottato 20 milioni di euro dai rimborsi elettorali riservati ai partiti al finanziamento di diversi contratti da ricercatore a tempo indeterminato. Eccetto l’UdC, l’opposizione sembrava sostenere in modo compatto l’emendamento, che grazie al voto di parte del gruppo di Futuro e Libertà poteva essere approvato. A un certo punto, però, durante la discussione, il deputato Ugo Sposetti ha annunciato il suo voto contrario e invitato i suoi colleghi a fare altrettanto, nonostante ai deputati del PD fosse stato ufficialmente indicato dalla presidenza del gruppo di votare a favore. L’emendamento è stato bocciato: hanno votato contro PdL, Lega, UdC e un pezzo di Futuro e Libertà, a favore Alleanza per l’Italia, la maggioranza del gruppo del PD e tutto il gruppo dell’IdV.

NON PIU’ “COMMISARIAMENTO” DEL MIUR. Con l'approvazione degli emendamenti è stata eliminata la norma che prevedeva una sorta di «commissariamento» per il Ministero dell'Istruzione da parte del ministero dell'Economia nel caso in cui si fossero verificati o fossero in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di spesa.

CONTRATTI DI DOCENZA. Un emendamento appoggiato anche dalla maggioranza prevede che «i contratti a titolo gratuito non possono superare nell'anno accademico il 5% dell'organico dei professori e ricercatori di ruolo in servizio presso l'ateneo». Inoltre, in base ad un altro emendamento approvato, i contratti di docenza (oggi spesso abusati per coprire i vuoti di organico) possono essere rinnovati per «un periodo massimo di cinque anni».