Il CDA al centro delle decisioni |
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Oggi le competenze gestionali sono malamente distribuite tra Senato accademico e consiglio di amministrazione. Con la riforma il consiglio di amministrazione diventa il vero organo decisionale cui spetterà la programmazione dello sviluppo dell'università. Oggi è un organo rappresentativo che per com’è formato non può che riflettere gli interessi corporativi delle sue varie componenti. Come fa in queste condizioni a decidere sulla base di obiettivi strategici di medio e lungo termine? È per questo che la presenza di personalità esterne può essere un vantaggio. Non si tratta di "privatizzare" l'università pubblica. Vuol dire invece offrirle l’opportunità di aprirsi all'esterno sfruttando competenze e punti di vista non legati a interessi settoriali di breve periodo come avviene ora. Certo, non è detto che quest’opportunità venga sfruttata. Le nuove norme ridisegnano le responsabilità del consiglio e fissano dei paletti sulla sua composizione, ma saranno le singole università a scegliere chi effettivamente ne farà parte e a indicare nello statuto i meccanismi di selezione dei suoi membri. A priori non si può dire come andrà a finire. (R. D’Alimonte, Il Sole 24 Ore 01-12-2010)
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