PROGETTO DI RIFORMA COSTITUZIONALE SUL PREMIERATO |
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Nel progetto di riforma costituzionale sul premierato restano dei difetti che rischiano di essere esiziali. Il testo approvato prevede l’elezione diretta del premier ma non dice come essa sia disciplinata. Non è indicata la maggioranza necessaria, se assoluta o relativa, non si prevede una soglia minima di suffragi necessari (45 o 40 %), non si parla di un eventuale ballottaggio. Tutto è rimandato alla legge elettorale. Un rinvio che appare una scappatoia rispetto a dissensi interni alla maggioranza che non si sono potuti risolvere. E questo significa che l’operatività della riforma costituzionale dipende dalla futura legge elettorale, cioè da una legge ordinaria. Ma questa, soprattutto se congegnata con un premio di maggioranza (perché questo pare l’orientamento prevalente), potrebbe essere dichiarata incostituzionale dalla Corte. Così una riforma costituzionale approvata con l’iter previsto, e magari confermata dal voto referendario, potrebbe essere inficiata da una sentenza della Corte creando un vero e proprio cortocircuito istituzionale. F: M. Griffo, mentepolitica 03.07.24.
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