Home 2014 14 marzo STUDENTI ERASMUS ORA ANCHE PLUS MA GLI ASSEGNI MENSILI NON SALGONO
ERASMUS ORA ANCHE PLUS MA GLI ASSEGNI MENSILI NON SALGONO PDF Stampa E-mail

L'Erasmus, mito di milioni di universitari. Ma molto resta da fare: solo il 2% dei ragazzi ne approfitta (in Italia l'1,1%). E i costi restano sulle spalle delle famiglie. La distanza tra l'idea originale e i risultati ottenuti da Erasmus è un solco allargato di anno in anno dalla modesta dotazione finanziaria del progetto. Nel novembre 2012, il programma rischiò di essere la prima vittima dei veti incrociati in fase di approvazione del bilancio. In discussione c'erano 10 miliardi di euro, ma solo 90 milioni erano destinati a pagare le fatture già emesse per il programma Erasmus di quell'anno. Spiccioli necessari a garantire almeno l'erogazione delle borse comunitarie. L'Erasmus rosicchia gli avanzi del bilancio, concentrato sui fondi per l'agricoltura (40 per cento) e le aree arretrate (30). In media la dotazione è di 400 milioni di euro l'anno (nel 2013 all'Italia sono andati 41 milioni). Di conseguenza le borse restano basse. Funziona così: una parte la mette l'UE (circa 250 euro il mese, 230 in Italia), i singoli stati integrano poi le risorse (in Italia la media è 200 euro). Nel novembre scorso, in Spagna, il ministro dell'Istruzione Josè Ignacio Wert ha tentato di ritirare (o meglio "concentrare") il supporto economico statale agli Erasmus non esentati dal pagamento delle tasse universitarie. In pratica, si concentravano le risorse sulle fasce di reddito più basse, di fatto già tagliate fuori per i costi non sostenibili. Così circa il 70 per cento degli Erasmus spagnoli si sarebbe ritrovato improvvisamente senza la quota statale. "Già i soldi sono pochi e senza l'aiuto da casa non ce la fai, poi te li danno quasi sempre quando sei rientrato — spiega Imanol, studente spagnolo di San Sebastian, per lui 6 mesi a Foggia — Così facendo, una volta a casa, ti dicevano che non ti spettava nulla". Proprio dagli studenti Erasmus a Foggia è partita una petizione per protestare contro il governo di Madrid. Dopo le migliaia di adesioni e l'attenzione dei media nazionali, un gruppo di tre ragazzi (Inaki, Fernando e German) ha costretto il ministro a ripensarci. Anche in Francia i soldi sono pochi. "Ho preso 1100 euro per un anno, senza l'aiuto dei miei genitori, non sarei mai partita", spiega Elizabeth. E così è in tutti i Paesi. Ma è anche un investimento. Studi e ricerche certificano che in media gli Erasmus trovano impiego più facilmente e accedono al mercato del lavoro con salari più alti.
Da gennaio 2014, il programma si è evoluto con la nascita di "Erasmus Plus", che ingloberà tutte le preesistenti iniziative per la mobilità europea, e si allargherà allo sport. L'obiettivo è raggiungere i 5 milioni di unità. I fondi stanziati ammontano a 14,7 miliardi di euro fino al 2020, il "40 per cento in più rispetto al passato", ha spiegato la Commissione. I fondi sono aumentati soprattutto grazie agli accantonamenti riservati ad altri progetti. Ma difficilmente gli assegni mensili saliranno.
(Fonte: C. Di Foggia, FQ 17-02-2014)