Home 2011 25 Gennaio
25 Gennaio
Un professore di fisica italiano al Caltech crea “proiettili sonori” per applicazioni medico-chirurgiche PDF Stampa E-mail

L’ecografia è una delle tecniche più usate nella diagnostica medica, per via della trasportabilità dell'apparecchiatura, l'assenza di rischi e il basso costo. Ma i vantaggi si pagano con la qualità delle immagini, che sembrano quelle di una tv in bianco e nero. Tra qualche anno, però, tutto potrebbe cambiare grazie a una tecnologia sviluppata al California Institute of Technology, il Caltech. A capo del gruppo di ricerca c'è Chiara Daraio, di Ancona, che a 32 anni è già professore di fisica applicata. «Gli ecografi attuali utilizzano trasduttori lineari per generare segnali a ultrasuoni, che sono deboli e difficili da focalizzare. Per questo la risoluzione delle immagini è bassa - spiega -. Abbiamo costruito lenti acustiche non lineari, che consentono di generare segnali molto forti e focalizzati». Il prossimo passo sarà sviluppare gli algoritmi per ricostruire immagini con il nuovo tipo di segnale e poi le future mamme potranno godersi filmati del feto in alta definizione. Quella in campo diagnostico è solo una delle applicazioni dell'invenzione. «Si può anche regolare il fuoco della lente acustica in modo da creare un “proiettile sonoro”, che convogli l'energia dell'onda su un tessuto malato per distruggerlo». Gli ecografi attuali sono già utilizzati in modo simile, ad esempio per frantumare calcoli renali o bruciare fibromi, ma con «la possibilità di controllare sia la posizione del fuoco della lente e sia l'intensità del segnale potrebbero aprirsi nuovi scenari per operazioni chirurgiche più delicate».
(R. Lattanzi, La Stampa 19-01-2011)

 
In Olanda proteste contro i piani di riforma del sistema universitario PDF Stampa E-mail
Scontri con la polizia durante la manifestazione di protesta contro i piani di riforma del sistema universitario in Olanda. Alcune decine di giovani hanno cominciato a lanciare uova e petardi sugli agenti, che hanno poi caricato i manifestanti. 25 persone sono state fermate, in gran parte con l’accusa di vandalismo. Poco prima, tra i 15.000 e i 20.000 studenti avevano pacificamente urlato la loro contrarietà alla riforma, che prevede che gli studenti fuori corso paghino 3.000 euro per ogni anno di ritardo, oltre alla già salata retta di più di 1.800 euro. E per ogni fuoricorso, all’Università saranno tolti 6.000 euro di sussidio statale. A rischio anche i professori: misure così drastiche, dicono, potrebbero portare alla soppressione di 2.500 posti. Il governo conta di risparmiare 370 milioni l’anno.
(euronews 21-01-2011)
 
Confronto Italia-Corea del Sud PDF Stampa E-mail
La cultura nell'era della conoscenza è la principale fonte di crescita economica. Non è vero che in Italia ci sono troppi laureati. E non è vero che i giovani laureati italiani hanno più difficoltà a trovare lavoro. Basta spulciare gli ultimi rapporti dell'Ocse su università e ricerca e prendere ad esempio un paese, la Corea del Sud, che solo trenta anni fa era più povera dell'Italia (il reddito medio di un coreano nel 1980 era di 2.300 dollari, contro i 9.000 di un italiano) e aveva un tasso di giovani laureati inferiore. Ebbene oggi in Corea il numero di giovani di età compresa tra, i 25 e i 34 anni con una laurea in tasca sfiora il 60%: la più alta percentuale al mondo. Contro il 40% della media Ocse. Quanto all'Italia solo il 20% dei giovani in questa fascia di età ha una laurea. La metà della media dei paesi avanzati. Un terzo della Corea. Nel medesimo tempo gli investimenti coreani in ricerca e sviluppo hanno superato i 42 miliardi di dollari l'anno, pari al 3% del Pil. Il che fa della Corea il quinto paese al mondo sia per investimenti assoluti sia per intensità di ricerca. L'Italia investe in ricerca meno della metà: 18,7 miliardi di dollari, 11,10/0 del Pil. La politica dell'alta educazione diffusa e della ricerca spinta ha arricchito la Corea. La cui economia, tra il 1985 e il 2005, è aumentata in media del 5,7% annuo: la crescita più sostenuta al mondo dopo quella della Cina. Oggi un coreano, con un reddito di 29.800 dollari l'anno, è più ricco di un italiano (29.400). I laureati in Corea trovano lavoro. In Italia, a 5 anni dalla laurea, oltre il 20% non ha ancora un lavoro. Ma tra i giovani che non hanno una laurea il tasso sfiora il 30%. Anche in Italia, dunque, la laurea serve.
(P. Greco, L’Unità 11-01-2011)
 
Confronto Italia-Inghilterra sulle risorse per la ricerca PDF Stampa E-mail
Nel confronto con l'Inghilterra emerge come siano particolarmente scarse in Italia le risorse, pubbliche e private, destinate a finanziare le attività di ricerca. E come quelle che pur esistono siano allocate in gran parte con procedure non competitive. Le differenze tra i due paesi sono rilevanti, sia sul piano dei valori complessivi che per ente erogatore e modalità di erogazione (TAB. 1). Per una stima quantitativa, è utile il riferimento al finanziamento pubblico corrente nei due sistemi: i fondi disponibili per la ricerca equivalgono in media al 50% dei Recurrent Grants (Rgs) in Inghilterra, contro appena il 21% in rapporto al Ffo in Italia. Dai dati emerge inoltre il profondo divario nel peso dei finanziamenti erogati con bandi aperti e competitivi e con valutazioni peer review: il 67% del totale in Inghilterra, contro una stima per l'Italia che oscilla tra il 20 e il 29%. Tutto ciò si riflette nella forte correlazione tra i finanziamenti alla ricerca e la qualità degli atenei inglesi nelle principali classifiche internazionali. Si noti che anche una quota significativa del finanziamento ordinario (i Recurrent Grants per la ricerca), pari in media al 22%, è distribuito agli atenei sulla base di un'attenta e indipendente valutazione della qualità della ricerca, secondo standard internazionali (RAE, Research Assessment Exercise, l’ultimo è del 2008). In Italia invece ci sono molte meno risorse e il peso dei fondi competitivi è decisamente più limitato. Dei fondi ministeriali, solo le risorse destinate ai Prin e ai Firb possono essere ricondotte chiaramente a bandi aperti e competitivi. Il loro peso è tuttavia trascurabile: il 7,4% sul totale. Nel complesso, una stima attendibile per l’Italia della quota del finanziamento alla ricerca riconducibile a procedure competitive va da un minimo del 21% (solo Prin-Firb e fondi Unione Europea) a un massimo del 29% del totale. Si tratta di cifre sensibilmente inferiori a quelle inglesi. Si noti che anche la quota del 7% del Ffo, che di recente è stata ridistribuita in conformità a una valutazione di qualità, è di molto inferiore a quella inglese, con scarsi effetti incentivanti.
(S. Paba, lavoce.info 21-01-2011)

 
Un convegno internazionale a Bologna: human capital and employment in the european and mediterranean area PDF Stampa E-mail
Il consorzio interuniversitario AlmaLaurea ha scelto di presentare, il 10 e 11 marzo prossimi, l’annuale Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati italiani chiamando a raccolta studiosi di tutto il mondo, in particolare dell’area Euro-mediterranea. Ha, infatti, raccolto la sfida del Consiglio dell’Unione europea che ha fissato tra i traguardi prioritari della strategia ‘Europa 2010′ che almeno il 40% dei giovani, tra i 30 e i 34 anni, deve avere una laurea. “I problemi delle giovani generazioni e della necessità di un nuovo modello di sviluppo – dichiara Andrea Cammelli docente di Statistica e fondatore -direttore di AlmaLaurea – sono al centro della presentazione del Rapporto per dare risposte allargate al bacino europeo e mediterraneo, basate su evidenze empiriche attendibili e aggiornate, rese accessibili al mondo politico ed economico, delle imprese internazionali come delle piccole medie, delle pubbliche amministrazioni e dei privati”. “L’obiettivo – precisa - è uscire dai localismi e da soluzioni frammentarie e inefficaci, ricordando, con le parole del premio Nobel per l’economia G. S. Becker, che il successo di un Paese dipende dalla sua capacità di utilizzare la sua gente”.“Vogliamo creare occasioni per sviluppare e rendere concreta l’idea di una società della conoscenza, rafforzare ed esportare il modello AlmaLaurea, nato nella nostra Università, costruire reti di ricerca internazionali - precisa il rettore dell’Università di Bologna Ivano Dionigi - Spinoza diceva che di fronte alla realtà non c’è da piangere ne’ da ridere, ma c’è da capire. Così di fronte a un’emergenza a livello europeo rispetto all’accesso dei giovani al mercato del lavoro, c’e’ da riflettere per fare scelte non casuali e arbitrarie ma responsabili. E’ un atto dovuto”. Il nuovo Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati italiani, realizzato da AlmaLaurea e giunto alla tredicesima edizione, ha coinvolto oltre 370mila laureati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo. La sua presentazione sarà arricchita dagli studi dei numerosi ricercatori che saranno chiamati al convegno internazionale. All’università di Bologna, dunque, si terrà il convegno internazionale ‘Human Capital and Employment in the European and Mediterranean Area’. La conferenza internazionale porterà a Bologna accademici, policy makers, imprenditori di aziende transnazionali, ma anche di piccole e medie dimensioni, e i governi delle regioni del Mar Mediterraneo.
(modena2000.it 11-01-2011)
 
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